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IL FORZIERE [MOD]

Stefano Verità era nato a Faenza nel 1935.

Nella città natale fu allievo del maestro Neo Massari, che gestiva un laboratorio di arte sacra. 

Fu lui a indirizzare il giovane Stefano alla lavorazione dei metalli.

A diciassette anni su invito di un viaggiatore orafo si trasferì a Valenza dove iniziò come garzone a lavorare per alcune fabbriche cittadine. Il suo mentore fu Gianni Vescovo che lo prese in società dopo averlo nominato direttore. Nel 1965 Verità assunse la titolarità dell’azienda e successivamente, nel 1971, con Giorgio Fantini fondò la Effe-Vi.

Negli anni ’80 arrivò ai vertici dell’Associazione Orafa Valenzana, prima come vicepresidente, poi, dal 1983 al 1988 fu presidente. Nel 1990 la Effi-Vi chiuse ma Verità proseguì l’attività fino al 2002 con la Nino Verità Designs.

Cultore del dialetto era solito raccontare: “La prima cosa che mi disse la padrona di casa quando arrivai a Valenza è: guarda che qui si parla solo in dialetto. Così l’ho imparato e poi me ne sono innamorato.” Da questa sua passione nel 2018 ha visto la luce il “Dizionario enciclopedico del dialetto valenzano” e nel 2019 la raccolta di poesie in dialetto “Al Banchìnni dal Smentiô”.

 

All’interno della vetrina allestita presso il complesso di San Domenico si può ammirare una cassaforte del XV Secolo che completa la ricostruzione di un laboratorio orafo dei primi del ‘900. Interrogato sulla storia di quello che lui definiva un “forziere”, Stefano ha voluto raccontarci la storia a modo suo, facendo “parlare” in prima persona la cassaforte. Questo è probabilmente uno degli ultimi scritti che “Nino” ci ha lasciato a testimonianza della sua generosità ma anche della sua inesauribile fantasia e creatività. 

 

Sono un antico forziere dell’epoca rinascimentale appartenuto, così mi dicono, ai Manfredi, signori di Faenza. Ormai un po’ malandato, fui donato dalla Banca del Monte dei Pegni, che ne era la proprietaria, ad una antica famiglia di orafi faentini che di nome faceva Massari i cui discendenti di generazione in generazione hanno sempre operato nell’arte orafa o come negozianti orafi. L’ultimo della stirpe fu Neo Massari (1906-1965) un eclettico artista, orafo, incisore, cesellatore in arte sacra nonché scultore che ha chiuso il cerchio della famiglia orafa. Infatti il figlio Giovanni, tutt’ora in vita, è stato un ottimo ceramista, il quale però ha dovuto assolvere al desiderio del padre la cui volontà era che “IO vecchio forziere” fossi appartenuto solo a orafi…E così è avvenuto…anzi sono addirittura finito nella “città degli orafi” Valenza nella quale un faentino Stefano Verità, unico allievo di Neo Massari, è stato negli anni ’80 Presidente dell’Associazione degli Orafi. Fu lui ad occuparsi del mio trasferimento da Faenza a Valenza e dopo le cure di un abile restauratore sono ritornato con aspetto presentabile, in tempo, per ospitare al mio interno, addirittura la storica Corona ferrea del Duomo di Monza. 

Poi ahimè! Dopo la fine dell’Associazione Orafa ho passato alcuni anni di oblio…di polvere…e di negletto in un angolo…e ora sono tornato a far bella mostra di me, come “pezzo da museo”, in questo primo spazio del Museo Diffuso dell’Oreficeria. 

 

Firmato

Il Forziere

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Ing. Cesare Baccigaluppi (Sindaco di Valenza dal 1985 al 1991) e Stefano Verità (Presidente AOV dal 1983 al 1988) inseriscono la Corona Ferrea nell'antico forziere.

Mostra "Le gemme della Corona Ferrea", Palazzo Mostre, Valenza, 4-11 ottobre 1986

[Rendering relativo all’allestimento del forziere]

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